La scienza e lo scienziato
Einstein sostiene che un giovane che intende dedicarsi alla scienza deve godere di grande libertà, vivere in un ambiente naturale, tranquillo.”(fin qui il brevissimo articolo-saggio, che trovate nel link relativo).
La scienza si coniuga nella libertà. Quindi , essendo composta dall’insieme delle conoscenze, metodi, scoperte, modelli, teorie, misurazioni, esperimenti, verifiche e campionature, quantificazione di oggetti misurabili direttamente o indirettamente, essa richiede l’opera dell’uomo che osserva il mondo circostante. L’osservazione del reale, con la ricerca di regole e leggi, richiede creatività e motivazione in colui che indaga, cercando prove con esperimenti ripetibili. Esiste in carne e sangue lo scienziato con il suo agire libero e creativo. Senza libertà la scienza si trasforma in vuota retorica, in un sapere morto, meccanico, ripetitivo e va spegnendosi, si inaridisce.
Un autentico scienziato è attratto dal dialogo, vuole essere interpellato dal reale e dai suoi compagni di viaggio. La sua vita è ricca ed entusiasmante. Quante sono le scoperte possibili? Indefinite e in Dio infinite. Lo scienziato non può non essere credente nel vero che va a svelare. Egli spera, crede e ama. Non solo il fisico è scienziato, lo è il filosofo, il teologo, il matematico. Ogni sapere ha la dignità di scienza, oggi sempre più usciamo dal riduttivismo settecentesco e ottocentesco, ma anche dall’appiattimento relativistico di un ordine meccanico tra i saperi oppure dalla credenza nelle scienze come cumulo di saperi tutti sullo stesso piano in quanto opinabili e relativi. Capire che ogni sapere può essere scienza ed ha la propria dignità non significa che tutte abbiano lo stesso grado di certezza e presa sul reale. Questi problemi vengono stimolati e inquadrati al fine di tentare alcune risposte condivisibili, esposte in brevi saggi e articoli in cui mi addentro in questo mondo meraviglioso della scienza e delle scienze.