Scienza Scienza e Religione

La Comunità Scientifica

Scritto da Riccardo Fenizia

Conosciamo il positivismo nella versione di Auguste Comte e la sua evoluzione tra Ottocento e Novecento. Già dopo la rivoluzione galileiana il concetto di scienza e il metodo scientifico hanno fatto grandi passi avanti, anche se Galileo riconosceva nel grande Aristotele il padre della scienza, non negli aristotelici. Non è più possibile, oggi, far riferimento ad un solo studioso per conoscere e sviluppare tutti i settori in cui la specializzazione ha frammentato la scienza. Talvolta diverse discipline, arrogandosi il diritto di avere, sole, statuto scientifico, confondono le opinioni di uno o dell’altro personaggio, tronfio del titolo di “scienziato”, come affermazioni “scientifiche”, quindi- in teoria – vere, certe e provate sperimentalmente. Sappiamo, al contrario, che i veri scienziati sono caratterizzati da umiltà, attenzione al reale, apertura di mente e capacità di dialogo con e in tutti i saperi, non esclusi quelli cosiddetti umanistici. Dobbiamo perciò ammettere i limiti di quello che, di volta in volta, una autoreferenziale Comunità Scientifica ci presenta come verità, magari sotto la spinta di pressioni e interessi politici ed economici, che nulla hanno a che vedere con la verità né con la scienza. Talchè i popoli occidentali, spesso, sono manipolati da Comunità Scientifiche o presunte tali. Senza cadere in uno scetticismo vano e riconoscendo la parziale utilità di tali comunità con i suoi “dogmi” e le sue regole, le persone devono conservare un sano rispetto per tali comunità, non senza un giudizio critico attento e responsabile. Quando la libertà della persona umana viene conculcata, ecco che probabilmente qualche astuto individuo, o un gruppo di individui, strumentalizza gli scienziati, qualora restassero tali realmente.

Caos. La pianta e la radice. Comunità scientifiche.

Pensando prima di dormire, guardo il mondo e le persone…appare ora caos, ora ordine e armonia, ora conflitti e guerre, ora disordine nel “cosmo”, parola che indica ordine. Appaiono desideri inappagati e crisi morale o crisi economica. Ma cosa è alla radice di tutto ? Esiste una radice ? Certamente sì. Perchè? Perchè se non ci fosse la radice non esisterebbe la pianta. La pianta siamo tutti noi. Ecco, la radice è ciò da cui proviene quella armonia che permane nonostante l’apparente caos. Vi consiglio di cercare la radice della pianta che siamo, se non volete restare sradicati e privi di senso e natura, morti viventi, come bandiere che sventolano senza fine, comandate dai venti della stupidità, delle mode, delle voci indotte dalle “comunità scientifiche” o pseudo tali, dal “si dice”. Non abbiate paura di pensare con la vostra testa e secondo natura…ti dicono: la “comunità scientifica” ha stabilito che tu hai il dna della omosessualità, come una cara amica oggi mi diceva non perchè io sia tale, essendo io eterosessuale, ma in  generale discutendo sul tema , brevemente…e tu credi, invece, di potere riscoprire o scoprire la tua naturale identità o scoprirla…oso dirlo…sperando di “guarire”….ecco, sei un uomo libero ! Scoprila, la tua vera identità, che sia maschile o femminile, senza offesa per chi non trovi appunto la propria collocazione in tale polarità. Identità che non è detto coincida col primo istinto che provi o senti, e vedrai che,  molte volte, la “comunità scientifica” vuole indurti in un modello rigido del tipo “tu devi per forza restare per sempre omosessuale (e cosa significa poi? Etichette?) per dna”, come se la natura fosse senza radici e come se la loro visione potesse o possa sostituire la realtà. Non è così, viviamo con il coraggio di cambiare per seguire e scoprire la natura e la sua radice, non illudiamoci di poterla stravolgere, contrastando la amorevole armonia originaria, che è quella che maggiormente può guidarci nella via della libertà. Distinguendosi dal capriccioso libertinaggio del vizio e del puro desiderio, che non offre che specchietti per le allodole, inganni e illusioni,  il vero desiderio è ben ancorato all’ente e alle cose stesse, nel loro autentico dover essere. Dirai…ma come, c’è un dovere? Allora sono schiavo della natura biologica o del dover essere? Al contrario, il dovere radicato in Dio, inteso quale Creatore intelligente che ci conosce meglio di noi stessi, libera tutte le nostre potenzialità, rendendole efficaci nel reale; e sviluppandoci secondo la nostra perfettibilità, che include desiderio ma anche intelligenza e volontà, affetti e cuore. Chi ha il comando nel bene per noi? La volontà, che rettamente orienta l’ intelligenza che – a sua volta – indica il vero bene, il bene cui tende la volontà ma quello vero, segnalato cioè da intelligenza e onesta coscienza. Perciò , cara amica e caro amico, integra e completa la tua vita, radicandoti fortemente nel desiderio del vero bene da cui tutto parte per noi , verso le ali della libertà, la ragione e la fede. Auguri per il tuo viaggio della vita, che continua…abbi fiducia….” (Riccardo Fenizia, PENSIERI)