Autobiografia Storia

Pokémon go

Scritto da Riccardo Fenizia

In che misura un gioco è un bene o una trappola. Gioco, magia, esoterismo hanno forse legami?
La parola è uno spunto per raccontare e raccontarsi. In un viaggio a Milano imbattersi in giovani che girovagano per un paese in ricerca di qualcosa a guisa di investigatori fu l’inizio di un piccolo saggio. Cosa significa la parola Pokemon, quali strani rituali o azioni suggerisce. In effetti intendo indagare oltre su questo gioco che per breve tempo è apparso come un evento speciale ma….chissà.

Pokémon go, uno spunto soltanto

Anche nel gioco occorre discernere “De Deo scire non possumus quid sit, sed quid non sit”(Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q.3, pr.) “Di Dio non possiamo sapere quello che è, ma piuttosto quello che non è” “Non enim coniungitur in praesenti intellectus noster De out eius essentiam videat; sed ut conosca de Deo quid non est” (Tommaso d’Aquino, In Dionysii De divinis nominibus, c.13,1.3) “Al presente il nostro intelletto si unisce a Dio non vedendo la sua essenza, ma giungendo a conoscere di lui quello che non è” La delizia di Dio è giocare con i figli degli uomini. Nessun uomo conosce Dio, pur essendo l’uomo capace di sapere che Dio esiste. Per conoscerlo si deve però iniziare dalla teologia negativa, ovvero sapere ciò che Dio non è e non può essere, poiché noi conosciamo il reale a partire dalla nostra esperienza di cose create e finite. Un giorno, all’uscita di scuola, mi sono domandato: perché sembra oggi regnare l’anarchia? Allora, ho cercato in rete la parola oggi più cliccata al mondo. Sapete qual è? “Pokèmon go”. Pochi anni or sono, mi avviavo verso la bella chiesetta del piccolo quartiere residenziale, dov’ è casa mia a Milano.

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