Lo studio, il lavoro, la speranza
Il metodo di studio e di lavoro presenta caratteristiche e possibilità che variano da soggetto a soggetto e in funzione del tipo di materia oggetto di studio e lavoro. Vi sono però componenti universali che interessano ogni persona in quanto tale; ciò in ragione della natura umana e della sua struttura psico-fisica. Il testo inizialmente verte sui caratteri universali, la individualizzazione richiede un lavoro personalizzato. Consapevolezza: uno studio attento e proficuo richiede unità nell’azione; ciò esige consapevolezza di sé e di ciò che si vuole realizzare. L’uomo è dotato di un’anima che informa il corpo, anima non solo sensitiva ma razionale, cioè tale da possedere intelletto e volontà. Non basta -per dare il meglio di sé- avere un intelletto lucido e svelto, è necessario anche esercitare e allenare la volontà. Tutto l’uomo è impegnato nella faticosa azione. Bisogna innanzitutto voler studiare, voler lavorare, ed è la volontà spirituale a fungere da guida e forza morale per impegnare la persona con il suo intelletto, l’intenzione, gli affetti, il desiderio, la memoria, l’immaginazione, la fantasia e la creatività nel compito da svolgere.
Perché studiare? Bisogna innanzitutto ancora sapere o cercare di capire perché studiare, perché vale la pena impegnarsi e sacrificarsi, conoscere le finalità e il fine ultimo dello studio in funzione del fine stesso della vita umana. Organizzazione dei fini intermedi mezzi verso il fine ultimo. Questo lavoro di conoscenza di sé appare sconnesso con l’efficacia pratica mentre, al contrario, moltiplica le capacità operative e le possibilità di realizzazione di sé ed efficacia nel lavoro.